Un'Umbra ad Amburgo...
Aktualisiert: 8. Juli 2020
PARTE PRIMA
Oggi vorrei buttare giù qualche riga nella mia lingua madre, tanto per cambiare.
Vista la disponibilità e la fiducia che alcuni corregionali hanno posto nella sottoscritta sostenendo il progetto "ConviviumUmbria", mi sembra d’obbligo fornire anche qualche chiarimento in proposito e ringraziare chi ha creduto in noi fin dall’inizio. In Italiano.

Mi chiamo Antonella. Sono nata e cresciuta a Foligno (Umbria - Italia), attualmente risiedo in Schleswig-Holstein (nome impronunciabile per un italiano verace, per cui semplificherò scrivendo "nei pressi di Amburgo") e sono pianista.
Ho terminato gli studi al Conservatorio di Musica “F.Morlacchi” di Perugia con il massimo dei voti, quindi molti si chiederanno come mai una musicista con tanto di diploma in pianoforte principale si impegni a promuovere vino, olio e lenticchie della sua regione invece di viaggiare per il mondo e concertare come tutti gli artisti che si rispettano…
Ho dedicato la mia quotidianità principalmente alla famiglia, ma tempus fugit e così arriva inevitabilmente il giorno in cui ti rendi conto che i figli non hanno più bisogno di te, se ne vanno, come feci io a suo tempo e ti sorprendi a riflettere su cosa rimanga concretamente del tuo lavoro e della tua dedizione.
Per esperienza personale so che quando si vive lontano da casa per molti anni, prima o poi si comincia a idealizzare il paese di origine, scoprendone tratti e sfumature che solitamente si perdono nelle abitudini di chi vive in un luogo da sempre.
Per me, ormai lontana, la familiare convivialità, il bel tempo, le esperienze enogastronomiche, i paesaggi fiabeschi, insomma tutto ciò che il mio Paese generalmente rappresenta si trasforma periodicamente in una travolgente cascata di emozioni, per poi divenire causa indiscussa di una nostalgia penetrante. Insomma, mi ritrovo a contemplare le ceramiche di Deruta o il filone di pane casareccio imbottito di salsicce con occhi scintillanti, come un bambino che scopre il mondo per la prima volta. Una gioia primitiva che molti italiani residenti all’estero sperimentano al solo pensiero di poter tornare presto....
E ora? Come risolvere questo dilemma ricorrente? Cosa fare? Non è che si può prendere l’aereo ogni fine settimana, considerando sia i costi, sia lo sviluppo insufficiente, in termini di infrastrutture, dei vari sistemi di trasporto (anche aeroportuali - mi fermo prima che arrivi la classica bastonata del Klugscheißer di turno…)
PARTE SECONDA
Nella mia seconda patria, la Germania, avevo ripetutamente constatato come la regione in cui ho vissuto fino al mio 26esimo anno fosse una specie di neutrino, una figura indistinta, fugace, vaga, sia sotto l'aspetto culinario, sia culturale. Nell'immaginario collettivo tedesco quasi un optional. Fare una cena a base di prodotti umbri? Impossibile.
” Il grechetto? Non lo abbiamo. Il Sagrantino? Sarebbe? Va bene anche il Tartufo di Modena? ”
Inoltre la leggenda metropolitana, per quanto insolita e inverosimile, che colloca Assisi e S.Francesco in Toskana e che, nella sua diffusione, sembra diventata paradossalmente credibile, non me ne vogliano gli amici toscani, stava diventando indigesta.
Fortemente motivata ho cominciato a lavorare su un'idea , e "ConviviumUmbria" ha finalmente visto la luce, con qualche difficoltà iniziale, molte discussioni e diverse crisi retrospettive che, a seconda delle fasi lunari, oscillavano tra il "ma chi me lo fa fare" e il "wonderwoman è una principiante!" e comunque con risultati inattesi per tutto l'entourage.
Abbiamo scelto la piccola produzione e optato per una presenza meno sgargiante e chiassosa, ma che si eleva sui soliti noti perchè ci mette la faccia e garantisce prodotti di ottima qualità, genuini, autentici.
(Sfatiamo un mito, contrariamente a quanto si crede i tedeschi non amano consumare sempre e solo Würstchen e crauti, anche a loro piace mangiare e bere bene e vivere "la vida loca")
Forse riuscirò nel mio intento , forse no. Certamente non tutto funzionerà alla perfezione, ma gli ostacoli sono fatti per essere superati.
Noi ci abbiamo creduto e ancora ci crediamo, perché il successo che stiamo ottenendo ci da ragione e perchè ne vale semplicemente la pena.
A questo punto mi piacerebbe ringraziare i signori Roberto Berioli e Giulio Brandelli (Cantina Berioli di Magione), Michela Cordiali e Danilo Presilla (Cantina Terre de Trinci di Foligno), Stefano Rosignoli (RS Infissi – Bastia Umbra, caro amico e consulente - e con il quale si sono verificate la maggiorparte delle discussioni, ma tutto è bene quel che finisce bene😊 ), l'amico d'infanzia Giorgio Brunori e la sua fantastica famiglia (Azienda Agricola Acquabianca), Lorenzo Tozzi e la figlia Andrea (Antichi Sapori), Angelica e Alberto Fortunati, (Tartuber), Antonio Natoli (Altoprofilo Studio Creativo) e tanti altri ancora.
Mi scuso anche in precedenza con chi, in un prossimo futuro, sarà costretto a dedicarmi parte del suo tempo e aggiungo un ad maiora semper! 😉
Arrivederci in Umbria!